La prima partita della nuova stagione quella del post COVID
07-09-2020 11:52 - News
Inizia finalmente la nuova stagione, quella del post COVID o meglio dire del post quarantena.
Dopo quasi sei mesi lontani dalle emozioni del fischio d'inizio di un match ufficiale e tra mille discorsi e vademecum federali sugli accorgimenti di prevenzione per contenere il contagio COVID, si ricomincia. La vigilia di questo avvio di stagione è stato solo un'accozzaglia di confuse e farraginosi adempimenti burocratici.
Domande senza risposte;
Insomma uno stillicidio di congetture, interpretazioni dei famosi “vademecum” che altro non hanno fatto che confusione. Più volte si prendono i pdf scaricati sugli smartphone e si confrontano per vedere cosa dicono ma - “non è da questo che si deve leggere è dall'altro, insomma è peggio di andar di notte, si cerca di fare il massimo ma il tempo passa e si deve cominciare.
La fase di riscaldamento delle squadre inizia come se nulla fosse, come sempre, come norma, per come l'abbiamo sempre visto fare, poi si passa alla formalità, gli arbitri fischiano e chiamano i giocatori fuori dagli spogliatoi, ora una squadra ora l'altra per il classico riconoscimento, tutti con la mascherina indossata e le mani disinfettate.
Si è fatta una certa e si deve andare in campo, entrano prima gli arbitri poi gli ospiti e in fine i padroni di casa, tutti bardati attenti alle distanze e attenti a non toccarsi per salutarsi. C'è il classico rito del sorteggio per il possesso di palla iniziale, "niente foto di squadra" , quindi, ognuno prende posizione della propria metà campo, senza ormai le mascherine; in panchina no! La mascherina va tenuta.
Sul rettangolo di gioco, al fischio di inizio, crolla ogni regola si fa sul serio, si fa come sempre, si marca, si strattona e non esiste alcun distanziamento.
“Non ho l'autorità per decidere e valutare bene cosa è giusto fare ma questa situazione, di certo non voluta, è insostenibile, almeno per lo sport dilettantistico. Qui non ci sono guadagni e le dirigenze e delle Società non hanno risorse tali per poter garantire la salvaguardia dei singoli soggetti, tra misure di contenimento, (del tutto inutili), in sport da contatto e organizzazioni farraginose, finalizzate solo a burocratizzare.
Il mio è solo un pensiero personale che non coinvolge la società del Marsala Futsal della quale faccio parte ma è chiaro che certe norme e certe attenzioni devono essere riviste, snellite e rese più pratiche. Chiaramente sperare che tutto vada bene, che tutti stiano bene e che tutto questo finisca presto.
Forse lo sport a certi livelli, fin quando non saremo usciti definitivamente da questo tunnel, non dovrebbe riprendere ma anche questa soluzione è inammissibile perché lo sport ad ogni livello muove l'economia, anche in piccole percentuali è volano importante per tutti i territori e per tutte le comunità.
Giovanni Ingoglia
Insomma uno stillicidio di congetture, interpretazioni dei famosi “vademecum” che altro non hanno fatto che confusione. Più volte si prendono i pdf scaricati sugli smartphone e si confrontano per vedere cosa dicono ma - “non è da questo che si deve leggere è dall'altro, insomma è peggio di andar di notte, si cerca di fare il massimo ma il tempo passa e si deve cominciare.
La fase di riscaldamento delle squadre inizia come se nulla fosse, come sempre, come norma, per come l'abbiamo sempre visto fare, poi si passa alla formalità, gli arbitri fischiano e chiamano i giocatori fuori dagli spogliatoi, ora una squadra ora l'altra per il classico riconoscimento, tutti con la mascherina indossata e le mani disinfettate.
Si è fatta una certa e si deve andare in campo, entrano prima gli arbitri poi gli ospiti e in fine i padroni di casa, tutti bardati attenti alle distanze e attenti a non toccarsi per salutarsi. C'è il classico rito del sorteggio per il possesso di palla iniziale, "niente foto di squadra" , quindi, ognuno prende posizione della propria metà campo, senza ormai le mascherine; in panchina no! La mascherina va tenuta.
Sul rettangolo di gioco, al fischio di inizio, crolla ogni regola si fa sul serio, si fa come sempre, si marca, si strattona e non esiste alcun distanziamento.
Finisce la partita e si ritorna a distanziarsi come in un'opera teatrale pirandelliana in stile “Così è (se vi pare)”.
Il mio è solo un pensiero personale che non coinvolge la società del Marsala Futsal della quale faccio parte ma è chiaro che certe norme e certe attenzioni devono essere riviste, snellite e rese più pratiche. Chiaramente sperare che tutto vada bene, che tutti stiano bene e che tutto questo finisca presto.
Forse lo sport a certi livelli, fin quando non saremo usciti definitivamente da questo tunnel, non dovrebbe riprendere ma anche questa soluzione è inammissibile perché lo sport ad ogni livello muove l'economia, anche in piccole percentuali è volano importante per tutti i territori e per tutte le comunità.
#andràtuttobene (fin quando avremo la possibilità per raccontarlo)"
Fonte: Giovanni Ingoglia